una storia di guarigione..., per sperare....

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...Kikkettina...
icon5  view post Posted on 17/3/2007, 12:08




ALICE E IL CIBO
Alice ha 26 anni, e' una bella e giovane donna che non sa di esserlo.
Alice e' profondamente sola e infelice. Da anni la sua solitudine interna e' placata temporaneamente dal cibo: un compagno affidabile, sempre disponibile e che non la lascia mai sola o in balia di se stessa.
Alice vive in una famiglia apparentemente normale: il padre dedito al lavoro e la madre che ha ridimensionato la sua carriera professionale alla nascita della prima figlia.
Il disaccordo tra i genitori, visibile nel silenzio e nello sguardo triste della madre, non puo' sfuggire a una bambina intelligente e sensibile quale lei e'. Alla nascita della sorellina, la madre diviene ancora piu' lontana e Alice si concentra sui libri e sul cibo.
L’adolescenza, con il suo turbinio di emozioni, scombussola il precario equilibrio e la relazione con la madre diviene sempre piu' tesa.
Il cibo diviene il compagno inevitabile, la consolazione alle litigate da cui esce sconfitta. Il corpo diviene il bersaglio dei suoi conflitti, il cibo sempre piu' presente ad ogni ferita in amore.
Quando la incontro, e' al suo secondo percorso terapeutico, e' un miscuglio di speranza e diffidenza, verso se stessa e gli altri.
Pian piano parla di quel padre tanto ammirato ma tanto lontano, di una madre sofferente.
Durante i colloqui terapeutici lentamente si separa da una storia che non e' la sua, sdrammatizzando alcune modalita' che non dipendevano da lei, di cui lei era inconsapevolmente invischiata.
Riprende gli studi: un corso di formazione dove incontra un uomo.
Il rapporto con il cibo lentamente si normalizza ed impara che altri oggetti possono essere i compagni della sua vita.
Tutto questo e' al di la' del cibo.


Claudia, 26 anni, 80 chili.
Iperfagica, perche' a lei la parola obesa sembrava un’oscenita' innominabile.
E’ arrabbiata, con il fidanzato che non la ama, con la tesi che non riesce a concludere e con il professore esigente ed infine con una madre-amica che la utilizza come confidente...
Claudia ce l’ha con il mondo.
Di diete ne ha gia' fatte tante e dice di non avere timore a parlare di se'; sa tutto quello che c’e' da sapere.
Claudia parla, ma cosa dice?
Nel suo torrente di parole ci sono poche pause.
E’ uno sfogo, un fiume in piena.
All’inizio si lamenta di non poter dimagrire, di aver da sempre questo scudo di grasso.
Poi, pian piano, imparando ad ascoltare i propri lamenti e le proprie parole si rende conto di tutte le altre cose che non vanno, nella sua vita.
Claudia un giorno dira' metaforicamente di portare addosso un pesante mantello grigio che la copre tutta...da cima a piedi.
Il grasso e' una maschera comoda che per tanti anni le e' servita.
L’intelligenza che l’ha sempre contraddistinta diviene strumento per capire il senso di alcuni accadimenti cruciali della propria vita e far pace con i suoi alibi, con se stessa e infine anche un po’ con il proprio corpo tanto maltrattato.
Decise cosi' di lasciare la casa e la madre e di portare a compimento alcune cose” pratiche” della propria vita. Lei che e' sempre stata una persona astratta sceglie un argomento di tesi molto concreto e inizia a decidere.
Claudia inizia a scommettere su se stessa, a prendersi sul serio e a mantenere le promesse; inizia cosi' a decidere pian piano e coraggiosamente anche di poter dimagrire.





E ALLORA COSA SIGNIFICA??

COSA SONO I DISTURBI ALIMENTARI

Iperfagia, disturbo da alimentazione incontrollata, bulimia....:
nomi della quotidianita', cosa sono?
Le modalita' attraverso cui questi disagi si esprimono sono il cibo.
La persona che soffre mette in scena il proprio dramma interiore utilizzando proprio il cibo: una sostanza facilmente reperibile.
Chi soffre fa cose inspiegabili a se stessa e agli altri: si abbuffa o lo rifiuta lasciando i famigliari e se stessa impotente e attonita.
Questo disagio e' paradossalmente l’unica risposta che la persona e' riuscita a trovare in un momento di crisi della propria vita.
E’ la soluzione che ha trovato a un dolore a cui non riusciva a trovare le parole per dirlo e che comporta poi ulteriore sofferenza.
Chi sta male agisce il proprio caos, anche se diversi sono i motivi che abitano questa sofferenza.
E’ importante che il soggetto possa trovare una strada per accedere alle proprie emozioni, ai propri veri sentimenti, per far parlare il dolore.
Per permettere al dolore di trasformarsi in qualcosa d’altro.
E’ importante che possano esserne scoperti i motivi e che la persona trovi altre strategie per dare risposte piu' felici, sfogliando la propria sofferenza attraverso la consapevolezza dei veri bisogni, sdrammatizzando le angosce lungo il cammino, per ritrovare il filo interrotto della propria crescita e maturazione, che e' la sola vera speranza di benessere e quando possibile, anche di felicita'.

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E ALLORA PERCHE' RIBELLARSI...
a cosa porta l'iperfagia??

Rischi clinici nell'obesità da iperfagia

Disturbi del sistema cardio-circolatorio. Abbassamento delle difese immunitarie. Disturbi dell'apparato gastro-digerente. Disturbi del metabolismo. Diabete mellito, ipertensione arteriosa, aumento dei livelli circolanti dei trigliceridi, arteriosclerosi coronarica o cerebrale, disturbi respiratori, malattie delle ossa e delle articolazioni, insufficienza venosa degli arti inferiori, ridotta funzionalità del testicolo o dell'ovaio. Calcoli della colecisti e delle vie biliari.


 
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